Coronavirus, al via la Fase 2: responsabilità e rigore

Il 4 maggio 2020 è una data che gli italiani hanno evidenziato in rosso sul calendario: una sorta di capodanno salutato con entusiasmo, nella volontà di rituffarsi nella normalità quotidiana perduta ormai da quasi due mesi. Attenzione però! La libertà consegnata dal dpcm che inaugura la Fase 2 di convivenza col Coronavirus non è senza vincoli. Anzi, ne impone molti. È un equilibrio precario quello che regola la curva dei contagi, il senso della responsabilità grava sulle spalle della popolazione così come il rigore nel seguire le disposizioni. Il rischio del libera tutti potrebbe tradursi in un ritorno alla Fase 1, una sconfitta che non accetterebbe rivincita. Ragion per cui, per chi da decreto può tornare a lavoro lo faccia con entusiasmo ma anche con disciplina. Chi può rivedere un congiunto, polemiche a parte, lo faccia accompagnato dall’affetto sincero per il proprio caro. La determinazione con cui ci si saprà autogestire potrebbe anche vedere la realizzazione di una cittadinanza più consapevole e responsabile. Sarà importante mettere all’angolo gli irresponsabili, il lavoro di controllo sarà una chiave ancor più fondamentale. L’Italia si rimette in moto, lo faccia con energia e senso civico nel rispetto delle norme.

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